martedì 10 aprile 2012

THE BALLAD OF SEXUAL DEPENDENCY - Nan Goldin

Avete mai avuto un diario?
Non c'è differenza nella virtualità dell'oggi tra un diario pubblico ed uno privato.

Oppure no.
Temiamo spesso la disinvoltura e la leggerezza dei modi, le parole sbagliate. [esecileggeunparenteuncollegaouncompagno?] 
Temiamo la condivisione della nostra intimità.

Io ho un diario con alcuni amici strani, particolari in primo piano e pareti sfocate, occhi spaesati e capelli spettinati: questo diario della dipendenza, la ballata di Nan Goldin, ha avuto su di me il fascino del racconto a puntate, le foto scorrono e le vite avanzano.
La fotografia diventa la camera oscura della memoria dalla quale rielaborare e portare alla luce i ricordi arrotolati in piccole scatole, chiusi in vecchi armadi nelle nostre case mediocri.
Parliamo di dipendenza, quella che fa male e quando fa male fa bene e solo quando non stiamo bene ci sentiamo soddisfatti di questo male #questo è un buon paradosso su cui lavorare# osservando queste immagini perdo improvvisamente quel giudizio spietato che cala dall'alto in determinate situazioni: non posso giudicare perché anche io sono uguale a loro nel mio diario privato.

Nel mio diario non c'è differenza tra interno ed esterno, tra intimo e pubblico, tra mostruoso e sublime: cadono i giudizi e mi ritrovo in crisi.









Fotografie tratte da "The ballad of sexual dependency" Nan Goldin

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