mercoledì 25 settembre 2013

La strana idea che c'ho di libertà.

CORRE CORRE 
INCIAMPA CORRE CADE SI ALZA SI GUARDA ATTORNO 
NESSUNO LO HA VISTO
HAI BISOGNO DI UN DOTTORE LA COSA CHE MI CHIEDE SEMPRE IL MIO CAPO
VA TUTTO BENE?
Credevo che non fosse importante guardare i propri piedi mentre si cammina, è la sensazione di non
camminare mai a testa alta come dice la ragazza delle risorse umane
PIù CONVINZIONE/PIù CERTEZZE/STRETTA DI MANO POSSENTE E MI RACCOMANDO GUARDI FISSO IL SUO INTERLOCUTORE
Insomma credevo non fosse importante, altre cose credevo importanti.
MA MI ASCOLTA? HA UN'ARIA DISTRATTA.
Se mi chiede le ultime due parole che ha detto le ricordo.
Galleggiavo a mezz'aria in quei mesi, si dice a mezz'aria perché non si è né all'altezza dei sogni ma nemmeno per terra coi piedi, si pensa ad altro, come quando si ha una cosa importante da fare e si dimenticano le chiavi della macchina in casa, si lascia il gas aperto, le candele accese, le cose sporche in giro per casa.
Galleggiavo poi non sarebbe il termine giusto, si potrebbe dire strisciavo.
STRISCIAVO A MEZZ'ARIA. licenza poetica.
Era un ondeggiare regolare, un ondeggiare marittimo e nauseabondo, c'era da credere che prima o poi sarei arrivata, arrivato? Avevo dei dubbi sulla mia identità, non credevo di aver un passaporto valido che mi permettesse di andare nel bagno giusto.
CORRE CORRE 
INCIAMPA CORRE CADE SI ALZA SI GUARDA ATTORNO 
NESSUNO LO HA VISTO
HAI BISOGNO DI UN DOTTORE LA COSA CHE MI CHIEDE SEMPRE IL MIO CAPO
Avrei voluto uno specialista, dal dottore ci vanno solo i vecchi e i rompicoglioni, io volevo uno specialista di quelli che ti scannerizzano tutto, quelli che prendono decisioni di un certo tipo, non quelli che curano il raffreddore, i problemi diuretici e il colpo della strega.
Avrei voluto parlare anche  con un esorcista che vedesse il male in me per estirparlo.
Pensavo a quelle persone che si consolano dicendo
BEH ANCHE IO SAREI BELLA SE NON FACESSI UN CAZZO DALLA MATTINA ALLA SERA
forse no.
Riflettici.
Pensavo a quelli che dicono
MA SE VUOLE FARE QUELLO CHE GLI PARE A ME NON FREGA
magari si, ma non coi soldi miei.
Pensavo a quelli che dicono
MAMA QUANTO INVECCHIA MALE, TUTTE ZAMPE DI GALLINA, LE E' PASSATO SOPRA UN CAMION
ed io mi chiedo come concedano alla bellezza di rendersi visibile per voi
tanto è inutile
Pensavo a quelli che dicono
VEDRAI CHE POI QUALCUNO SI FERMA
file di persone che scorrono e nessuno ti ha ancora aiutato
Pensavo a quelli che dicono
NON MI FREGA NON MI RIGUARDAEVIA DICENDO
un giorno qualcuno lo farà guardandovi negli occhi.
Pensavo a quelle che 
come me
passa il tempo ma restano incazzate 
come bisce
Si dice come bisce perché pare che il rancore e la rabbia striscino bassi bassi dove le cose non si possono raccogliere, dove nemmeno credi ci siano dei problemi, dove non vai a cercare.
Allora trovo giusto ricapitolare così:
STRISCIAVO A MEZZ'ARIA.


Diceva Ulisse chi m'o ffafà 
la strana idea che c'ho di libertà

lunedì 16 settembre 2013

MOOD INDIGO umore color indaco




Quello della sera è un umore color indaco.
Ha il colore dei jeans usati e, prima, pagati poco.
Ha il colore della penna che funziona poco.
Ha il colore del copridivano che non sai descrivere.
Ha il colore di quel groppo in golachepassaallapancia
e ti passa la fame e ti vengono gli occhi giù.
Ha il colore della tisana al Karkadè che dimentichi di 
bere mentre scrivi al computer.
Ha il colore della voce di Amalia Grè.
Ha il colore del suono di una tromba.
Ha il colore del profumo all'ambra.
Ha il colore di quelle poltrone per sale d' attesa che trovi 
negli aeroporti, sedie rovinate e scolorite.
Ha il colore di una pennellata di Yves Klein, così
ma più spenta.
Ha il colore dei miei pensieri.

MOOD INDIGO.



sabato 7 settembre 2013

BORROUGHS My electric sex

Siamo in una zona di correnti sessuali elettriche. Di colpo abbiamo formicolii nello scroto e poi cominciano immagini di quello che stiamo per fare come dire che si guarda un'immagine di sé mentre lo si fa e si casca dritti nello schermo con una stretta deliziosa, Alì e Farja che si inseguono e fanno la lotta per tutto il film.

William Seward Burroughs

mercoledì 4 settembre 2013

CHET BAKER. Every time we say goodbay



Ogni volta che salutiamo una parte di noi.
Digrigna i denti. 
E' l'anima.
Ringhia e bava e sale, occhi, si è sale. Lacrime.
Ora sale, ma si parla di rabbia. Sale come nei giochi dei luna park.
E' un liquido rosso la rabbia, sembra un prelievo, si ma un prelievo al contrario.
E' una polvere che va negli occhi mentre attraversi un incrocio pericoloso. Magari con la luce
negli occhi.
Polvere e luce. Una coppia biblica.

Ogni volta che ci accorgiamo che siamo due.
Ma dai, perché non tre, quattro, cinque.
Siamo cinque. Dividi per uno. Rimane cinque.
Dividi per due. E quel mezzo dove lo metti?
Fuori dal foglio protocollo, preferibilmente scrivilo sul banco a matita.

Dispari è perfetto.

Ogni volta che salutiamo una parte di noi.
Sospiro profondo.
Quel sospiro che serve ai nervi per rilassarsi. Serve poi non so.
Quel pugno sbattuto sul tavolo, il gesto della gamba.
Un calcio, si ma a chi? A qualcosa che ti faccia male.
Lo spigolo, punta lo spigolo.

E' che non mi frega niente di tutta questa finzione.
Delle foto che scatti a testa in su, dell'ansia che mi dai.

Perché tu sei dove le cose selvagge 
sono.
E tu vai sempre dove le strade non
sono.
E tu mi cerchi e purtroppo sai sempre dove
sono.

Dispari è perfetto.
Il resto fuori dal protocollo.
Quello militare.
Siamo in una guerra fredda.



immagini: SERGIO LARRAIN