domenica 2 agosto 2015

Alle sei del mio orologio


Non ho mai indossato orologi importanti e nemmeno gioielli.
Avevo comprato il mio primo ed unico amato swatch nel negozio monomarca appena aperto in città, lungo la via Emilia, avevo attorno ai 9 anni ed ero parecchio movimentata. Come descriveresti una serata confusionaria agli amici il giorno dopo: una serata movimentata. Oggi credo di meritarmi un aggettivo adatto ad una serata e quindi da piccola, si, io ero movimentata.

Questo vi dico solo per spiegare che dopo nemmeno un anno ho rotto completamente il cinturino in gomma
(sintassi infantile per licenza letteraria accordata)
spezzato proprio nel punto in cui si attaccava al quadrante.
Spezzato capite?
bene, andiamo al negozio, ed il mio orologio non esiste più ed in realtà ancor peggio:
non si può aggiustare.
Imprecazioni infantili in sottotitolo inglese grazie. Luci abbassate, musica spenta.

Riaccesa la camera: 27enne la protagonista, sfinita ed esautorata dai colloqui.

esautorato
e·ṣau·to·rà·to/
aggettivo
  1. 1.
    Privato dell'autorità o del prestigio, che non è più in grado di farsi obbedire o rispettare da nessuno.




Dicevo, sfinita ed esautorata dai colloqui lavorativi precedenti, la nostra protagonista accetta un lavoro nella più prestigiosa gioielleria del centro città (sulla via del misfatto).
Lei, ahiloro, non ha mai avuto nemmeno la folgorazione, ma che dico, nemmeno la più pallida idea di che cosa fosse un Rolex. Si, avete ragione, li ha visti indossati da svariate persone, ha osservato pubblicità sulle riviste ma finisce qui. Non la storia.
La ragazza in questione apprende le basi dell'orologeria e della gioielleria: capisce che esistono oggetti che funzionano se li carichi tu direttamente, se li indossi e con il tuo ondeggiare (e qui scatta la battuta "dove?" e se non l'avete pensata, proseguite senza timori) quotidiano, oggetti per pigri che funzionano comunque.

capite?

Lei non lo sapeva.

Bene, il punto è un altro. La ragazza scopre una cosa:

Quando un orologio meccanico dotato di datario deve essere messo a punto bisogna posizionare le lancette in un esatto punto punto punto (anzi meglio per convenzione diremo che questa regola interna è stata fissata ad un orario preciso proprio per non sbagliarsi o indursi in tentazione, amen padre).
Difatti un orologio è composto da differenti ruotismi che assemblati creano una cosa che io dovrei vendervi e non voglio perdermi nel tecnicismo ma insomma:
l'orologio vicino alle ore di passaggio da un giorno all'altro attiva le ruote del datario che (se fossimo così inesperti da cambiare giorno in quel preciso momento) fatto ciò rischieremmo di rovinare e compromettere e rompere e sinonimi venite a me quest'orologio.

Noi, di convenzione, poniamo le lancette delle ore alle 6.
carichiamo un poco l'orologio, passiamo all'estrazione della corona in posizione due e mettiamo le 6. così siamo tranquilli di non incappare in qualche spostamento.

ma dico? vi sembra questa una notizia fenomenale?

beh, io credo di aver pensato che vorrei essere un orologio per fermarmi un secondo e decidere di mettermi a punto senza toccare nessun ruotismo della mia vita.
Vorrei potermi allontanare dai meccanismi che si logorano e non hanno rubini a proteggerli dalle usure.
Vorrei mettermi alle 6. regolare il calendario come mi pare, fermare il tempo per giocarci su ed a meccanismi fermi andare ad osservare dentro di me tutto quello che trovo e sentire tutto.
Comprendere tutto, senza incombenze e rumori di fondo. Ricordare tutto come un anziano ricorda il passato lontano ed essere fisso sul presente come un segugio durante una battuta di caccia. Ed a movimenti congelati prendermi il mio tempo per decidere: tiro la corona e metto alle sei.

Dite che è semplice bisogno di una vacanza?