lunedì 25 novembre 2013

My FUNERAL party.

La festa degli addii.
Non è necessario l'humor inglese.
Questo è il mio funeral party, ovvio non uno vero, quello vero sarà un funeral rave party.
Musica proiettata da casse enormi, come si trattasse di trampolini, una vasca non troppo profonda di persone, un'umanità ben stereotipata: rasta ormai fuori moda, orecchini in legno ed estensori, tatuaggi tribali come il tappeto della zia, magliette tagliate con le forbici del papà per tagliare i cavi elettrici.
Quel tipo di forbice tozza che sembra non tagli nulla, eppure.
Erba stroppicciata, era un tappeto, poi è stato lavato, pestato.
Ora è un campo.
Un campo da rave party.

La festa degli addii.
Non posso immaginarmela così.
Piuttosto un buffet con una musica leggera, fuori dalla finestra una scogliera assolata.
Tutto sembra spazio ampio, potresti correre nella sala, potresti lanciare un pallone e aspettare il primo rimbalzo.
Non posso pensare che non faccia star male tutto questo mare, è il sale che fa bruciare gli occhi.
Non è altro.
Fuori passa il solito golden retriever che corre sulla sabbia - manca un bambino - direte - manca il bambino con la maglia a righe della Petit-Bateau.
Passa solo il cane.
Aspetto un po.
Nessun bambino.
Ripassa il cane.
...neanchel'ombradiunaquilonenemmenounamusicadipianoalmassimoungabbianomanemmenoquellosonotaglidellaproduzione.

La festa degli addii.
Comincia appena hai finito di incazzarti.
Piuttosto ha quell'odore di candela spenta, la struttura di una mela tagliata da qualche minuto, il colore sbagliato del bucato e del tuo capo preferito. E' diventato preferito proprio quando l'hai trovato così dopo il lavaggio: hai provato la sua imperfezione, il suo danno. 
Il tuo danno.
E' un mondo di mostri, nessuno potrà mai ritrovarsi.
Io porto le tartine e la coca-cola, mia mamma compra l'erbazzone e il gnocco, roba che ti volti e ti sei laureato e mentre ti proclamano già lavori in banca da dieci anni, ti fai la cassiera part-time e con il verbo fare intendo voce del verbo tradire tua moglie.
Allora ti volti e stai comprando gnocco e pizza per un compleanno a casa di Giovanni che poi mentre si laurea lavora in una ditta chimica ed ora sei nonno ma hai un male incredibile sempre allo sterno, proprio dove senti pulsare, è un fuoco che ormai nemmeno i medici sanno fermare.

La festa degli addii.
Si tratta di una festa che non puoi preparare né organizzare.
Avrebbe un non so che di grottesco.
La festa degli addii funziona per invito personalizzato, chi partecipa appena capisce cosa sta succedendo si guarda attorno - nessuna uscita - al massimo si tratta di un cambio di stanza.
Stanze sempre molto strette per un comfort che non sia troppo edulcorato, sono stanze di passaggio in cui ti devi sedere ma non adagiare, ti devi appoggiare ma noterai che non c'è polvere nemmeno sui mobili wengè.
Nessuno pulisce.
Niente di strano.

La festa degli addii.
Un giorno avevo una scatola, mi bastava guardarci dentro.
Era il mio glory box ed è probabilmente dalla mia scatola che i Portishead hanno tratto un successo smisurato, ballano due figure al centro di un mondo che non esiste.
Ed ora son stanca di osservare un circolo di oggetti gravitare. 
Ci sono temperature a cui non esistono ragioni né emozioni.
La sauna del cuore. Si tratta di gradi di umidità che bagnano i ricordi fino a farli trasudare in una bolla di immagini che fluttuano nell'aria, dalla pesantezza alla leggerezza.
Ed esistono giorni di funerali, di lutti, di nascite, di lauree, di compleanni.
Sono fasi, sono cicli, sono cose.
Cose.
Nel caso credo che più si cambia più si diventa sé stessi.





martedì 5 novembre 2013

MEMENTO

Ci hanno insegnato che non bisogna dimenticare.
Solo alcune cose.
Ci hanno insegnato a ricordare ciò che ci insegna come affrontare ciò che verrà.
Era e sarà dite voi. Come se si trattasse di uno strumento per aggiustare differenti
oggetti. Uno strumento che è poi un memento.
Memento non ora. Ma domani ricordati di oggi.
Come se non fosse tutto un flusso a vortice di cui non sai nulla.
Eppure mi hanno insegnato a ricordare e dimenticare.
Ricorda chi e cosa ti fa del bene e dimentica chi o cosa ti fa del male.
Sono solo idee: sei stato amato. ricordalo. sei stato odiato. dimenticalo.
Oppure prendi lo strumento che prima non abbiamo consigliato.
Io credo si tratti di un cucchiaio.
prendituttomatuttotuttotutto.
prendi tutto con l'importanza che gli dai.
Quindi magari prendi niente.
oramescolaforteforteforteinunateglia.
Quindi schizza ovunque e perdi pezzi e parti e stracci e stoffe e fogli e canzoni.
mettiinfornomettialcaldopoialfreddomettidovesaichelieviterà.
Ci hanno insegnato che tra il tempo del pensiero e della realizzazione c'è l'attesa.
ascoltatiundiscodegliAirguardafuoridallafinestraimmaginaloscorreredeltempo.
(perché in realtà non passa se tu non glielo permetti.)

Metti in tasca il cucchiaio e sogni d'oro.
sognacaninevedivanoflashfotoarullinoDebussypioggiafoglietisanafinestravuotoariacaldofreddosassiailatisassidentrobiancoeneroinsegnaluminosaocchialivecchi.
sogna.