martedì 5 gennaio 2016

Ti dico quello che penso: non c'è momento migliore di questo.



Ti dico quello che penso: non c'è momento migliore di questo.
E perché lo sai? Non credo, voglio dirtelo io.
Non c'è momento migliore di questo perché è quello a cui non pensi.
Non pensi mai a questo, a quello, a qui, a che c'è, che fai, che vuoi.
E non si tratta di un chachacha in cui canticchio suoni duri per avere la tua attenzione.
Attenzione!
Si tratta di un allarme di evacuazione: tutti fuori! Ma in maniera ordinata, organizzata, organica, organo gutturale e culturale che strana cosa le parole che pensi e che non hanno un legame eppure lo trovi e mentre scrivi pensi a che cavolo di genio del male sei a creare queste connessioni e sinapsi e usi questi termini con una valenza del tutto innovativa (bambina sei noiosa come un libro che non pubblicheresti mai, nemmeno a spese tue e nemmeno in un regalo natalizio ai genitori pagato con i soldi della scuola).

Suona un qualche strumento lei? Io suono solo con le mani se ho indosso dei jeans duri, lavati senza ammorbidente e se ho il pezzo giusto e sparo la musica come un giostraio invitando le persona a prendere la coda e a vincere un giro.
Un giro in tondo da far girare la testa e per pochi secondi avrai anche la sensazione di vomito, leggera leggera ma da farti passare la voglia di stare in piedi, ai lati e attorno.
Fa un caldo micidiale qui, apri subito il finestrino e metti la mano fuori così torna la circolazione almeno al polso e dal polso fino ai piedi.
Che mistero il corpo umano.
Tutto torna come prima.
Hai capito ora?

Ti dico quello che penso: non c'è momento migliore di questo.

E perché lo sai? Perché tutto torna come prima e ti dico che se non lo fai adesso, proprio ora non lo farai più.






Vivian Maier