martedì 29 aprile 2014

PENSAVO ALLE LENTIGGINI G.Catalano




Pensavo alle lentiggini
pensavo fosse gente
che durante sti periodi freddi e bui
tendessero a migrare
al caldo
dove c’è il sole
il mare.
Le tue no, restano.
Stanno, le tue lentiggini
e ti fanno bella, bellilla, luminosa
ti fanno spiritosa.

Fa rabbia sentir parlar d’amore
a chi non sa l’amore
fa rabbia e fa paura
come le cose che non si sanno.
La morte, per quel che mi concerne a me
non ho capito ancora
chi cazzo l’ha inventata né il perché.

Facciamo, se ti pare
che tu eri una bellissima fontana
che zampillavi all’ombra
di quell’albero che sai.
Facciamo che ero un nano da giardino
e ci innamoravamo.
Facciamo che io ti sradicavo dalla terra
e ti portavo via con me.

E non so mica il dove
per ora non lo so
ma so il perché.
Spegni il telefono, se puoi
rendiamogliela dura
che facciano fatica.
Battiamo qualche record
con i nostri corpi.
Facciamo
se capisci cosa intendo
facciamo in modo che
chi un giorno saprà quello che è successo
abbia difficoltà
a trattenere
un po’ di meraviglia.


http://www.guidocatalano.it/






Analog Double Exposure Photographs by Florian Imgrund

sabato 5 aprile 2014

ZYGMUNT BAUMAN - L'arte della vita




La nostra vita è un'opera d'arte – che lo sappiamo o no, che ci piaccia o no. Per viverla come esige l'arte della vita dobbiamo – come ogni artista, quale che sia la sua arte – porci delle sfide difficili (almeno nel momento in cui ce le poniamo) da contrastare a distanza ravvicinata; dobbiamo scegliere obiettivi che siano (almeno nel momento in cui li scegliamo) ben oltre la nostra portata, e standard di eccellenza irritanti per il loro modo ostinato di stare (almeno per quanto si è visto fino allora) ben al di là di ciò che abbiamo saputo fare o che avremmo la capacità di fare. Dobbiamo tentare l'impossibile.
E possiamo solo sperare – senza poterci basare su previsioni affidabili e tanto meno certe di riuscire prima o poi, con uno sforzo lungo e lancinante, a eguagliare quegli standard e a raggiungere quegli obiettivi, dimostrandoci così all'altezza della sfida. 
L'incertezza è l'habitat naturale della vita umana, sebbene la speranza di sfuggire ad essa sia il motore delle attività umane. 
Sfuggire all'incertezza è un ingrediente fondamentale, o almeno il tacito presupposto, di qualsiasi immagine composita della felicità. È per questo che una felicità «autentica, adeguata e totale» sembra rimanere costantemente a una certa distanza da noi: come un orizzonte che, come tutti gli orizzonti, si allontana ogni volta che cerchiamo di avvicinarci a esso.