In questi giorni incerti, in preda al dilagare di profezie, tormentati da un tremolio persistente e dal crollo di case, chiese, fabbriche e scuole (la natura non ha riguardo delle differenze sociali) e dal lutto che portiamo ogni giorno, con sgomento, ripetendoci che non è possibile nel 2012 morire in questo modo e ci raccontiamo che "domaniandràmeglio" e sicuramente ci facciamo forza e ci aiutiamo ma la vita a volte (come dice qualcuno) è proprio capace di cacarti in testa, e allora ci scappa una risata -timida- ci guardiamo fissi negli occhi e torniamo seri.
Parliamo veloci noi emilanoromagnoli, siamo un etnia composta, siamo due in uno, come le parole composte bisogna stare attenti con i plurali: il primo termine resta uno il secondo diventa una molteplicità -terremoto/terremoti, noi emiliani abbiamo il compito di essere proprio l'aggettivo portante, l'invariabile portante, il muro portante (ho il punto fisso, lo so).
Proprio in questi giorni o meglio in queste notti ho pensato a cos'è il terremoto nei miei ricordi letterario/mentali/musicali partendo dall'idea di dover addomesticare la paura dell'ignoto parafrasandone le sue parti in un gioco di collegamenti liberi.
Fine anni '90, un libro tanto amato e tanto snobbato: Salman Rushdie (avrei bisogno di un post unicamente dedicato a lui) scrive "La terra sotto i suoi piedi"; un anno dopo Wenders gira, su idea di Bono degli U2, "The million dollar hotel" con Milla Jovovich e Mel Gibson (quando ancora l'attore non era stato arrestato completamente ubriaco alla guida del suo fuoristrada, ancor prima di rilasciare dichiarazioni razziste imbarazzanti ed ancora prima di picchiare la sua compagna - ma questa è un'altra storia.) Questo film ha una canzone di punta dedicata al libro di Rushdie, una parte del romanzo è stata usata come testo ed è degli U2 "The ground beneath her feet".
ORA, FINE ANNI '90 INIZIO 2000.
random mode ON.
-1999-
Nel giorno di San Valentino del 1989, Vina Apsara, cantante rock dalla voce irresistibile, scompare in Messico durante un terremoto. A partire da questo evento Salman Rushdie torna indietro di qualche decennio per ripercorrere la storia di Vina e Ormus Cama, lo straordinario musicista che più volte l'ha perduta e ritrovata. La loro è la storia di un amore che li insegue per tutta la vita, e anche dopo.
"...perché coloro che danno valore alla stabilità, che temono la transitorietà, l’incertezza, il cambiamento, hanno eretto un potente sistema di biasimo e di tabù contro quella forza dirompente e associale che è l’esistere senza radici, in modo che in gran parte ci conformiamo, fingiamo di essere spinti da una lealtà e da una solidarietà che non sentiamo veramente, nascondiamo le nostre identità segrete sotto la pelle falsa di quelle identità che portano il sigillo di approvazione degli appartenenti. Ma la verità trapela nei nostri sogni; da soli nei nostri letti (perché siamo tutti soli di notte, anche se non dormiamo da soli), ci innalziamo, voliamo, fuggiamo. E in quei sogni ad occhi aperti che la nostra società ci permette, nei nostri miti, nelle nostre arti, nelle nostre canzoni, celebriamo i non appartenenti, i diversi, i fuorilegge, i pazzoidi. Ciò che non permettiamo a noi stessi, paghiamo fior di lire per guardare, al teatro o al cinema, o di leggere tra le copertine segrete di un libro. Il vagabondo, l’assassino, il ribelle, il ladro, il mutante, l’emarginato, il delinquente, il diavolo, il peccatore, il viaggiatore, il mafioso, il fuggitivo, la maschera: se non riconoscessimo in loro le nostre esigenze meno realizzate, non li reinventeremo volta dopo volta, in ogni posto, in ogni lingua, in ogni tempo. Una volta inventate le navi ci siamo precipitati al mare, attraversando gli oceani in barche di carta. Una volta inventate le automobili abbiamo imboccato la strada. Una volta inventati gli aeroplani abbiamo spiccato il volo verso gli angoli più lontani del pianeta. Ora bramiamo il lato oscuro della luna, le pianure rocciose di Marte, gli anelli di Saturno, le profondità interstellari. Mandiamo fotografi meccanici in orbita, o in viaggi a senso unico verso le stelle, e piangiamo alle meraviglie che trasmettono; siamo annichiliti dalle immagini imponenti di galassie lontane immobili come colonne di nuvole nel cielo, e diamo nomi alle rocce aliene, come se fossero i nostri animali domestici. Languiamo per l’alterazione dello spazio, per l’orlo esterno del tempo. E questa è la specie che si illude che ama stare a casa, che ama cingersi con – come si chiamano di nuovo? – legami. Così lo vedo io. Non c’è bisogno di darmi ragione. Forse non siamo così tanti, in fondo. Forse siamo dirompenti, asociali e dovremo essere allontanati."
-2000-
Tutta la mia vita ho adorato lei
La sua voce d'oro,
Il battito della sua bellezza
Il modo in cui ci faceva sentire
Il modo con cui mi rese reale
E la terra sotto i suoi piedi
E la terra sotto i suoi piedi
Ed ora non posso essere sicuro di niente
Il nero è bianco ed il freddo è calore
Perché ciò che adoravo mi ha portato via l'amore
Era la terra sotto i suoi piedi
Era la terra sotto i suoi piedi
Và giù leggermente per il tuo sentiero buio
Và leggermente sottoterra
Io sarò laggiù in un altro giorno
Non riposerò finché non ti avrò trovata
Lascia che ti ami, lascia che ti salvi
Lascia che ti porti dove due strade s'incontrano
Oh ritorna su
Dove c'è solo amore, solo amore...
Lascia che ti ami davvero, lascia che ti salvi
Lascia che ti porti dove due strade s'incontrano
Lascia che ti ami davvero, lascia che ti salvi
Lascia che ti porti dove due strade s'incontrano
O.s.t. The Million dollar hotel
Era ora che scrivessi qualcosa di interessante! Certo, c'è voluto il terremoto per smuovere di nuovo la tua coscienza:ottima la scelta di Rushdie e "memento mori".......
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